Trascrizione integrale
GenZ: 2 punti di vista
Critiche costruttive da chi gioca e vive oltremanica e chi muove i primi passi mediaticamente
Lettera 1 – Marco
Ciao a tutti,
vi scrivo da ragazzo che è cresciuto in un tempo di transizione, tra i social e le sale giochi di paese, tra lo sport vero e quello raccontato su schermi sempre più piccoli.
Mi chiamo Marco, ho ventidue anni, e ho scoperto le freccette quasi per caso, in un pub con gli amici. Mi ha colpito la semplicità del gesto, la concentrazione negli occhi di chi lancia, la calma che si nasconde dietro un’ansia che ho scoperto poi. Entrando nel mondo delle freccette italiane però, ho scoperto anche le difficoltà che ne fanno parte.
Per un millennial come me, abituato a reti globali e opportunità “a portata di click”, il movimento italiano appare spesso chiuso, poco visibile e un po’ datato. Le associazioni sono isolate e le competizioni locali non riescono a comunicare all’esterno il loro valore, e chi si avvicina per curiosità spesso si perde tra regolamenti, sigle e mancanza di spazi adeguati.
Non è mancanza di passione — quella si sente, e forte — ma mancanza di direzione e di una visione comune.
Noi giovani non cerchiamo solo divertimento: cerchiamo appartenenza. Vorremmo vedere nelle freccette un ambiente moderno, capace di comunicare con i nostri linguaggi, presente sui social, molto più di ciò che una pagina fa per passione, aperto alla sperimentazione, alle collaborazioni con club, scuole e centri sportivi.
Vorremmo poter dire “gioco a freccette” senza che sembri un hobby da pub, suscitando curiosità più che ironia, e che mostrI l’immagine di vero sport, una seria disciplina, tecnica e solida base univoche.
Il movimento delle freccette in Italia ha una grande occasione: rinnovarsi senza perdere la sua storia. Ha bisogno di una spinta nuova, di giovani che portino entusiasmo e di veterani che accettino di aprirsi al cambiamento.
Marco
P.S. vivo in Inghilterra.
Lettera 2 – Biagio
Attualmente al movimento italiano delle darts manca il centesimo per fare l’euro, abbiamo fatto dei passi da gigante con grandi risultati ma oltre a noi appassionati chi c’è sa questi risultati?
La risposta è poche se non nessuno. C’è veramente poca pubblicità ed è inaccettabile non avere un’ente nazionale che dia una copertura televisiva alle competizioni.
Le associazioni devono premere di più perché è da qui che si parte per avere nuovi appassionati. Per quanto riguarda i giocatori credo che la media generale si stia alzando, Turetta credo sia il più forte per distacco dopo di lui arrivano Castelli, Michelleti, Dalla Rosa e Petri, tra poco questa lista si aggiungerà anche Basili, che è in netta crescita.
Anche e soprattutto nel femminile stiamo crescendo tanto con Aurora Fochesato, che ormai se la gioca con tutte, e Nicole Sescu, che è in corsa per vincere qualcosa di importante nel WDF, ma anche qui è se manca il centesimo per fare l’euro perché lo sanno in pochi.
Una delle idee che avrei in mente sarebbe l’installazione di tablet di DartConnect per tutto il territorio italiano così che i giocatori conoscano meglio il proprio livello e che chi vuole possa guardare anche da casa le partite dei tornei italiani perché non è possibile dover sapere tutto il giorno dopo grazie ad un post su Facebook.
Un’altra sarebbe di seguire il modello di Germania o Ungheria che hanno istituito delle vere proprie Super League con i loro migliori giocatori che vengono scelti da una commissione. Sarebbe bello avere una Super League italiana con i migliori 32 giocatori e poi avere le finals con i migliori 8 della regular season; aiuterebbe i giocatori a migliorare confrontandosi tra loro e a usare di più YouTube o DartConnect con una telecamera, sono sicuro che in tanti la vedrebbero.
Volevo concludere dicendo che da ora a gennaio sono mesi importanti perché abbiamo occasioni d’oro per mettere quel centesimo: il 16 novembre c’è la qualificazione al mondiale PDC, dove possono partecipare tutti gli italiani. Ci sono gli ostacoli (gli spagnoli), ma dobbiamo sfruttare questa occasione. La settimana dopo c’è la qualificazione dei possessori della card e a gennaio c’è la Q-School.
Se non sfruttiamo queste occasioni rischiamo di rimanere sempre nel limbo e che manchi sempre questo centesimo.
Biagio