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Cronache brillanti sulle freccette italiane curate dal Palmo di Camola.

lunedì 3 novembre 2025 Pub. #236 Interviste

Thibault Tricole – intervista esclusiva

Intervista approfondita a Tricole sul suo momento sportivo, allenamenti e visione del movimento europeo.

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Pubblicazione
#236
Data
3 nov 2025
Argomento
Interviste
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Tempo di lettura
~ 3 min

Tag & appunti

  • tricole
  • pdc
  • interviste
Thibault Tricole – intervista esclusiva

Thibault Tricole – Intervista esclusiva

“The French Touch” disponibile fin da subito a rilasciare un’intervista per i lettori di FrecceSport.


Introduzione

Nato ad Auray l’11 ottobre 1989, Tricole è oggi uno dei riferimenti europei più riconosciuti, grazie alla sua costanza, al suo stile e al suo impatto sulla scena PDC.


L’intervista

FS: Allora, hai già piazzato un 180 per scaldarti oggi?

TT: Sì. Anche se i 180 fanno sempre bene al morale. La cosa più importante, o per lo meno per me, è prendere confidenza col triplo 20. Preferisco fare un 140 ben costruito che un 180 ogni tanto alternato a 45 o 41.


FS: Quante ore di allenamento servono perché tutto sembri così facile?

TT: Sembra facile, ma non lo è. Ho avuto la fortuna di cominciare a 12 anni, quindi ormai è dentro di me. La cosa più importante è la gestione dello stress, e penso che l’esperienza aiuti tanto ad alzare il livello più alto.
Non mi alleno affatto, altre volte mi alleno anche due ore. È irregolare, dipende dalla mia voglia e dalla mia motivazione.


FS: Le freccette in Francia stanno finalmente decollando o bisogna ancora aggiustare la mira?

TT: Stanno finalmente decollando, come in molti altri Paesi europei. Il ritardo che si ha in Francia lo si paga, perché ci vorrà tempo rispetto ad altri Paesi più “rodati”.
Noi abbiamo il canale L’Équipe che trasmette i tornei principali della PDC: è gratuito e unico in Francia. È un ottimo modo per conoscere e promuovere le freccette.


FS: La PDC è dura o ti senti già a tuo agio tra i grandi?

TT: La PDC è una continua messa in discussione. Mi sento meglio col passare dei mesi, anche se i risultati sono ancora altalenanti.
Ma ormai non vedo più fare altro. È il sogno di tanti giocatori, e io lo sto vivendo. Voglio vivere il più a lungo possibile.
È importante, per lo sviluppo delle freccette in Francia, che io resti nella PDC a lungo.

Non mi forzo ad allenarmi, perché per me non è un lavoro: devo mantenere il piacere di giocare. Le freccette sono uno sport mentale: quindi non voglio arrivare a detestarle.
E poi ho imparato a non avere identità fisse o rigide. Il gran numero di tornei PDC durante l’anno fa comprendere molte dinamiche dell’allenamento.


FS: Una freccetta di saggezza per i giovani giocatori italiani che vogliono seguire il tuo percorso?

TT: Bisogna essere pazienti e lavorare tanto. E partecipare a molti tornei: l’allenamento da solo non basta.
L’esperienza accumulata nei tornei è fondamentale perché ti indica in che modo migliorare e su cosa lavorare.
Poi l’indirizzo è semplice: WDF, poi Q-School e Challenger Tour PDC, e magari entrare nel Pro Tour.
È la via degli europei, e bisogna rispettarla.


A presto,
Thibault